Ponte romano sull'Isonzo - Ronchi dei Legionari

Descrizione:

L'Isonzo è detto "fiume errabondo", poiché è accertato che nel corso dei secoli l'ultimo tratto dell'alveo, da Sagrado alla foce, mutò più volte a causa di violente alluvioni. In età romana, grossomodo tra il II s. a. C. e il VI d. C., sembrano accertati due rami, uno corrispondente all'attuale e uno pedecarsico, scomparso forse dopo l'alluvione del 589. L'ipotesi è suffragata da diversi elementi di carattere idrogeologico, storico - archeologico e toponomastico. Resti di due ponti lapidei sono stati rinvenuti a Ronchi e a San Canzian.A Ronchi, nella zona tra la collinetta della villa Hinke e il colle Zochet, nel 1680 vennero in luce casualmente cinque grossi pilastri; lo storico Padre Ireneo della Croce li attribuì ad un ponte romano che permetteva alla via consolare Aquileia - Trieste di superare l'antico alveo pedecarsico dell'Isonzo. Nel corso di circa due secoli furono ritrovati altri elementi del ponte: pietre squadrate pertinenti a pilastri e ad arcate, iscrizioni funerarie e sculture reimpiegate nei restauri antichi del ponte. Nel 1829 l'Imperial Gabinetto di Antichità di Vienna condusse un'indagine archeologica seria che permise di avere informazioni precise riguardo all'orientamento del ponte, alla sua lunghezza, alle testate, al numero e all'altezza delle arcate. La maggior parte dei resti, non più visibili sul posto, è andata dispersa. Un notevole numero di pietre squadrate è stato reimpiegato nel Settecento nella costruzione dei campanili di San Poletto di Monfalcone (non più esistente) e della parrocchiale di Campolongo al Torre. Parti dei pilastroni furono usati quali elementi decorativi nella recinzione della proprietà de Dottori, ancora esistente. Purtroppo sono andate perdute le numerose iscrizioni e sculture appartenenti a monumenti funerari; soltanto alcune sono state registrate nel V volume del Corpus Inscriptionum Latinarum. Nel Lapidario del Civico Museo di Storia ed Arte di Trieste sono conservati alcuni bassorilievi di ottima fattura, riferibili all'età augustea e pertinenti ad un mausoleo, che furono utilizzati in un restauro antico del ponte. (gdb)