Lì de Fusàr “Al Vetturino”

Lì de Fusàr “Al Vetturino”

 

 

Pochi conoscono, anche a Pieris, la storia di uno dei luoghi di incontro più noti del paese, l'hotel ristorante Al Vetturino: aperto nel 1850 come modesto spaccio di vini, divenne alla fine un ristorante di fama nazionale.

Attraverso la storia di questo locale, che vide passare la gestione di padre in figlio per quattro generazioni di componenti della famiglia Cosolo Fusàr, vogliamo rivisitare insieme a voi la storia del paese di Pieris e dei suoi abitanti. Storie di paese, che davanti a un bicchiere di vino o a un caffé passavano di bocca in bocca, di avvenimenti allegri e tristi, di banchetti e feste - quante coppie di sposi hanno tagliato la torta in queste sale! - e di personaggi famosi che arrivavano in paese attratti dall'ospitalità sincera e dalla buona cucina dalla quale nacquero ricette particolari che si ricordano ancora.

Vogliamo ricordare così, insieme a voi, Al Vetturino, uno dei luoghi di incontro che vogliamo resti presente nella memoria del nostro territorio.

Questa ricerca, avviata da Cesare Zorzin, fa parte del progetto "Cacciatori di memorie" dell'Ecomuseo TERRITORI Genti e memorie tra Carso e Isonzo. Partendo da un bell'articolo di Vico Bressan, con l'aiuto prezioso di Flavia Cosolo e attingendo anche alla raccolta di immagini conservate dalla Fototeca comunale di San Canzian d'Isonzo, abbiamo cercato di dare un nome a tutte le persone che compaiono nelle foto: cuochi, camerieri, collaboratori, avventori... non sempre ci siamo riusciti.

Attraverso la storia dei luoghi di socialità come il Vetturino -trattorie, bar, private, parrocchie, circoli e associazioni -vogliamo recuperare aspetti della vita quotidiana dei nostri paesi.

Con il vostro aiuto speriamo di arricchire di questa ricostruzione con nuove immagini, informazioni e racconti. Vi aspettiamo.

 

Antonio Cosolo detto Toni Bevilacqua

Erano gli anni cinquanta del 1800, quando Antonio Cosolo, figlio di Angelo, nato a Pieris nel 1824 e sposato con Gisella Savorgnani, apriva uno Spaccio di Vini nella casa paterna, sita in via del Friuli (oggi via Roma) vicino alla caserma della "K.u.K Finanz".

Antonio si era già fatta una piccola fortuna con affari indovinati. Inoltre aveva l'appalto del trasporto della posta per un vasto raggio: Trieste, Gorizia, Venezia, Udine e più oltre; aveva pure vinto l'asta per la gestione del ponte di Pieris (1872).

Nel 1884 Toni e altri due paesani, Pietro Clemente (Piero Fugazeta) e Giacomo Cosolo (Jacum Grius), acquistano e si dividono tutto il patrimonio fondiario ed immobiliare dei De Claricini, già proprietà della famiglia veneta dei Settimini. Per curare meglio i suoi interessi più redditizi, non avendo figli, trasferisce la licenza dell'osteria al fratello Giulio. Toni Bevilacqua lo troviamo censito nel 1878 quale negoziante impegnato nella vita politica comunale della podesteria di San Canciano in Pieris.

Era noto come "forte patriota promotore anima del comitato che promosse la sottoscrizione per l'erezione del monumento all'Imperatrice Elisabetta d'Austria Sissi che sorgeva nella piazzetta della borgata. (Il Patriottico Friuli, Trieste 1899).

 

Giulio Cosolo Fusàr

Giulio Cosolo detto Giuliet Fusàr riceve la licenza dello spaccio vini dal fratello Antonio.

Sposato con Maria Clemente, brava cuoca di tipici piatti paesani, Giulio era un cestaio e in seguito si sarebbe assicurato il monopolio dei vimini forniti dalla Bassa friulana.

A Pieris e dintorni allora operavano circa 300 cestai (1885). I prodotti intrecciati servivano, oltre al territorio, il Friuli ed erano esportati nell'Impero ed anche in Egitto, dove venivano utilizzati per la raccolta del lino.

Giuliet Fusàr aveva anche un calesse a quattro ruote tirato da una cavalla, utilizzato per il trasporto di persone: faceva il vetturino di piazza.

Nel 1878 Giulio e Maria trasferiscono l'attività, ormai ben avviata, nella casa di fronte, di proprietà dei conti Varmo. La clientela non mancava, il nuovo locale, che disponeva di spazi più ampi, espone da allora l'insegna "TRATTORIA AL VETTURINO".

Turisti e villeggianti giungevano sempre più numerosi anche grazie alla nuova ferrovia meridionale Monfalcone-Cervignano e alla stazione di Pieris-Turriaco (1894). Tecnici e ingegneri austriaci e cecoslovacchi impegnati alla costruzione del ponte ferroviario sull'Isonzo frequentavano la prima trattoria del paese.

Altro impulso agli affari fu nel 1907 la costruzione dei cantieri navali Cosulich di Monfalcone.

Pieris allora vantava ben sette osterie.

Anche Giacomo Pocar, nel suo volume "Monfalcone e il suo Territorio" (1892) suggeriva "Sarà bene fermarsi in questo villaggio per visitare i laboratori di cesti e panieri in materia greggia che occupano oltre 200 persone, e per fare qualche piccola refezione in una delle comode osterie; e se per caso fosse in primavera, per assaggiare i rinomati asparagi selvatici che qui abbondano."

 

Antonio Cosolo

Toni Fusàr detto anche Toni de Giulio

Nel 1913 Giuliet Fusàr, cinque anni prima di morire, cedeva la licenza dell'avviata trattoria Al Vetturino al figlio Antonio, Toni Fusàr conosciuto in paese anche come Toni de Giulio. Antonio aveva sposato Anna Castellan di Farra d'Isonzo, una delle sorelle Castellan (le altre erano Giuseppina, Mercedes, Maria e Paolina) che avevano dato il nome all'osteria Alle cinque Sorelle vicino al mulino di Farra.

Anna, proprio nel 1913, avendo già perso il primogenito ancora in fasce, dà alla luce il piccolo Mario; un anno dopo, allo scoppio della guerra mondiale, Antonio viene richiamato nella k. u k. Kriegsmarine. Anna, donna scaltrissima, non appena intuiti i rischi della guerra, parte col figlio e tutto il trasportabile: sfollata a Cormòns raggiunge poi i suoi familiari.

 

Mario

La guerra passa a Pieris, provocando lutti e gravi danni. Dopo il rientro di Antonio dal servizio militare, la famiglia si riunisce: i locali del Vetturino però sono distrutti.

Si rimboccano le maniche, comperano dal conte Varmo ciò che rimane dello stabile e ricostruiscono il locale: rinnovano gli arredi e la sala da pranzo, ampliano anche la cucina e tre camere.

Da "trattoria" il locale cominciò a chiamarsi Albergo "Al Vetturino". Lavoro e benessere premiano la famiglia Cosolo: la ricostruzione post-bellica e lo sviluppo del cantiere navale di Monfalcone, che in quegli anni impostava importanti motonavi come il Saturnia e il Vulcania, contribuiscono a far diventare il Vetturino un tradizionale ritrovo e un'attrattiva per tutto il mandamento e per clienti e villeggianti che arrivano anche da Trieste, a bordo di qualche ancora rara automobile.

Mario a 14 anni già spignattava nella cucina del padre Antonio dimostrando la sua grande passione. A 16 anni Da Pirona a Trieste impara i segreti della pasticceria. Fa il servizio militare quale vice chef sul Panfilo Reale Savoia. In seguito sarà imbarcato sulle navi del Lloyd Sabaudo, poi passate al Lloyd Triestino, Conte Rosso e Conte Verde dimostrando la sua abilità culinaria.

Fra una licenza ed un imbarco porta a casa, Al Vetturino, i suoi segreti di cuoco di bordo.

 

Anni difficili

La seconda guerra mondiale arresta il brillante decollo dell'Albergo Al Vetturino.

Dal 1943 al 1945 Pieris viene sottoposta a continui bombardamenti aerei, che puntano a colpire i ponti sull'Isonzo. Mario, sposato con Vanda Clemente di Turriaco, nel 1941 rimane vedovo con due figli, Gianna e Flavio di appena 4 anni. La guerra, le incursioni aeree, la paura rendono impossibile l'attività abituale del Vetturino.

Toni Fusàr e Mario con i figli si trasferiscono a Torviscosa dove gestiscono la locanda Ristoro.

Il Vetturino con attività ridotta viene gestito nel frattempo da Giuseppe Michelutti.

A Torviscosa Mario incontra Carmen Menossi di Bagnaria Arsa, che faceva la cameriera nel locale. In quel periodo Mario e Carmen iniziano a collaborare con gruppi di resistenti: la locanda Ristoro diventa punto di collegamento per l'intendenza Montes e di riferimento per le prime azioni degli alleati inglesi.

Mario, arrestato dai tedeschi e dai fascisti il 21 gennaio 1945, è detenuto a Palmanova, fortunatamente viene poi trasferito nel carcere di Udine dove rimane fino al 21 marzo '45.

(Dino Virgili, La fossa di Palmanova: nazisti e fascisti in Friuli, 1970; Biblioteca comunale di San Canzian d'Isonzo, Appunti per la ricostruzione storica della Resistenza e della lotta di liberazione nel Comune di San Canzian d'Isonzo, s.d.)

 

Il dopoguerra

Nel dopoguerra Mario e Carmen avranno una figlia, Flavia. Rientrati a Pieris l'esperienza di Mario e l'affabilità di Carmen saranno determinanti per riavviare l'attività, rinverdire la fama e il successo del Vetturino. Anche l'attività del nuovo aeroporto contribuirà a far crescere il giro d'affari e la clientela: l'albergo sarà abitualmente frequentato dai piloti degli aerei che facevano scalo a Ronchi. Sono gli anni del boom economico: passate le tragedie del conflitto mondiale, la ricostruzione materiale del paese e quella morale della popolazione di Pieris è scandita nuovamente anche dal Vetturino di Toni Fusàr e Marietto.

Il giardino sotto il pergolato e la pista di ballo attigua diventano punto di ritrovo e di aggregazione per il divertimento di giovani e meno giovani di Pieris e dei paesi vicini, allo stesso tempo il locale si propone come un ricercato punto di riferimento per clienti importanti.

Nel 1956 la famiglia di Mario viene colpita da un grave lutto: la morte di Flavio, secondogenito del primo matrimonio, colpito da leucemia a soli 19 anni.

Alla morte di Toni, nel 1958, al Vetturino ormai divenuto famoso in tutta la regione ed orgoglio dei pierissini, passa alla gestione di Mario.

 

Arriva la TV

Nei primi anni Sessanta Mario avvia una prima ristrutturazione del locale, su progetto del geometra Cantagalli: sette nuove camere, sale da pranzo, bar, nuovi arredamenti e i lavori in ferro battuto realizzati dalla ditta Sverzut di Turriaco danno un nuovo aspetto al Vetturino. Una seconda ristrutturazione avverrà nel 1969: le camere diventano 27! Anche l'aspetto generale del locale, con un look "da montagna", si rinnova ulteriormente.

Ormai Mario è lanciato oltre i confini della Bisiacaria: il Vetturino arriva alla ribalta televisiva nazionale attraverso la trasmissione Colazione a Studio 7. Attratti dall'arte culinaria di Mario, coadiuvato dal fedele collaboratore Mario Pipani, giungono a Pieris nomi famosi: Tiberio Mitri e miss Italia Fulvia Franco, Gino Bartali, Walter Chiari e Alida Chelli, Gianni Morandi, Jonny Dorelli e Catherine Spaak, Charles Aznavour, Nada, Patty Pravo, Alighiero Noschese, Achille D'Angelo meglio noto come il Mago di Napoli, Maria Callas, Zigaina e Pasolini durante le riprese del film Medea, Biagio Marin, ministri, sottosegretari e uomini politici.

A tutti, come ultima portata, veniva servita la famosa COPPA VETTURINO, già presente nei menù anteguerra e servita a suo tempo anche a Bruno Mussolini. Il dolce semifreddo servito in calice, frutto dell'inventiva di Mario, sarà chiamato a Pieris dai suoi clienti Tiremesù.

 

Al Tiramisù roba de Pieris

...Che bon al "tiramisù"! ...Ma quanti lo conosse al nome de chi lo ga inventà? Femo un pas indrio ta 'l tenp e rivemo al "Vetturino", albergo e ristorante de Pieris, un local che fin che xe restà in man de Mario Cosolo ga dà lustro no sol a la Bisiacaria ma a l'Italia tuta, conosù anca de tanti foresti che capitando de ste parte prufitava par 'ndar lì a magnar qualcossa de bon, fat cun amor e presentà come se deve.

Mario Cosolo saveva star cun zente de ogni tipo come pochi, sia per i cunsilii che al dava sia pa al bel trat e l'interessamènt zenuìn par ognun che ghe capitava a tiro. Mataràn e mente pronta a inventar senpre qualcossa de novo par suddisfar la so clientela, un omo, come se usa dir, "vero signore". Intorno agli ultimi ani Vinti – primi ani Trenta, sior Cosolo ga scuminzià a ufrir ai so aventori qualcosa de special che al ga ciamà "Coppa Vetturino": una spiuma dolza, dilicata e lisiera, mai zercada prima. Una rizetta che nol ga mai volèst dirghe a nissùn.

Xe stà subito un sucès! Tuti i la voleva e tanti de lori rivava aposta cun amizi e parenti fina Pieris pa al gust de magnàrsela. E siccome 'na volta un cliente ga dit che la ghe dava viguria, dopo un poc la "Coppa Vetturino" xe diventada al famoso 'Tiramisù", oramai cussi popolar che se poi dimandarlo in ogni logo del mondo...

Sol che quel che se gusta ogi no xe gnanca lontan parente de la rizeta inventada de Mario Cosolo de Pieris, quel dolz che 'l presentava prafumà de cicolata e tan dilicà che squaiàndose in boca dava a tuti l'impression de provar un tochèt de Paradiso...

(Marina Zucco, da Lisonz, 2/2002)

 

Anni di successo

Tutti gli anni Sessanta sono ricchi di avvenimenti al Vetturino. Cene di Confraternite di buongustai e di Accademici dei Vini, gastronomia con mondanità: per Mario riconoscimenti ambiziosi da parte dell'Accademia Gastronomica Italiana, insomma anni di successo.

Mario e il Vetturino rimangono sempre un punto di riferimento anche per la gente di Pieris. Molti ricordano come contribuiva ad animare la vita paesana con simpatiche iniziative goliardiche, epiche sfide fra bar: Nord contro Sud - Al Vetturino di Mario e Bar Sport di Corinna e Nino Simonini), carnevalesche partite di pallone con contorno di iniziative popolari e occasioni di divertimento.

 

Ciao Mario

A metà degli anni Settanta la famiglia di Mario ed altri componenti del personale vengono colpiti da gravi lutti: la morte del genero di Mario, Sergio Romani, marito di Flavia, alla fine di ottobre del 1974; a pochi giorni di distanza muore la mamma di Mario, la siora Anna, infine muore in un incidente stradale la banconiera Alice. Lo stress e i dispiaceri indeboliscono la forte fibra di Mario che, nel 1975, viene colpito da un ictus.

Si risolleverà dalla malattia ma nel 1977 decide di ritirarsi dal lavoro, lascia il Vetturino alla gestione dei fratelli Galasso che proseguiranno l'attività fino agli anni '90 quando lo storico locale viene definitivamente chiuso.

Oggi è stato trasformato in Casa di Riposo per anziani.

Mario muore nel 1986.