Da Turriaco al parco dell'Isonzo

 

Da Turriaco al Parco dell’Isonzo

 

I percorsi numero 6 collegano le due realtà che più caratterizzano il paese di Turriaco: la piazza e il parco dell’Isonzo, in particolare la sua prima area attrezzata. I percorsi ciclo-pedonali qui proposti congiungono questi due elementi tra loro, suggerendo poi il proseguimento attraverso il parco.

La piazza, da poco rinnovata, si può suddividere in due parti. Due importanti facciate definiscono il suo spazio nella parte a sud-est: quella della chiesa parrocchiale, di forme vagamente baroccheggianti con il profilo superiore a tratti curvi, e quella di palazzo Priuli Fonda, elemento principale del complesso dominicale di proprietà della famiglia veneziana. La prima risale, in queste forme, al 1769 e contiene al suo interno alcune opere degne di nota (tra tutte l’affresco del soffitto, opera di Matteo Furlanetto). Il palazzo invece fu iniziato nel XVI secolo e ampliato entro il 1732, attorniato da una cospicua serie di annessi rustici collegati al lavoro agricolo che vi si svolgeva. Il fronte di uno dei suoi annessi, ristrutturato di recente, costituisce il terzo lato della piazza: è sede della sala civica comunale e di alcuni uffici e abitazioni. Ai suoi lati si aprono l’accesso al giardino privato, ricco di alberi di pregio, il portale del folador (follatoio, spazio destinato alla lavorazione degli uvaggi) e quello che porta al curtivon, un tempo aja e spazio di raduno della collettività.

La parte nord della piazza è invece delimitata da alcune costruzioni a funzione mista commerciale residenziale, risalenti tutte al periodo a cavallo del 1900: tra queste l’ex albergo, oggi edificio con bar e uffici, sul lato est; e il municipio sul lato opposto, del 1910. All’estremità nord dello spazio si trovano invece palazzo Mangilli e casa Mreule. Il primo si nota per i chiari riferimenti all’architettura vagamente eclettica diffusa nella zona nei primi anni del Novecento; è dominato da una torretta che fu pure osservatorio durante la prima guerra mondiale. La seconda è un palazzotto ottocentesco di volumetria compatta e gradevoli proporzioni, da poco recuperata, un tempo abitazione del garibaldino Giuseppe Mreule e del podestà Antonio Marni.

Per raggiungere il parco si possono scegliere due itinerari. Dal fianco sud della chiesa si prende via Aquileia per proseguire lungo via Diaz. Si giunge in breve, dopo aver lasciato sulla sinistra il complesso rurale Tonca, all’aperta campagna e al ponte sulla roggia di Turriaco, antico corso di risorgiva, regimentato in occasione del piano di bonifica dei primi anni del secolo scorso; ha origine a Cassegliano e si esaurisce poco più a sud, all’altezza di Pieris. Una breve deviazione lungo la carrareccia che affianca la riva ( dal ponte a destra) porta all’incrocio con via Roma e a un massiccio edificio un tempo utilizzato a molino, che conserva ancora, sulla muratura laterale destra, il grosso foro dov’era collocata la mola.

Procedendo invece per via Diaz, si supera la strada provinciale n.1 e ci si immerge nella zona agricola che precede il parco. In particolare dal secondo tratto di strada si può notare che alcuni campi (ormai pochi) mantengono una forma lunga e stretta, di dimensioni piuttosto limitate: si tratta delle cosiddette partisele, particelle di terreno coltivabile assegnate nel corso dell’Ottocento alle famiglie del luogo, risultate dalla suddivisione delle terre comuni, pascoli a uso promiscuo e proprietà collettiva che ogni comunità locale possedeva fin da tempi storici. L’area su cui insistevano i pascoli comuni corrisponde a una sorta di arco di cerchio descritto dalla roggia e da un filare di alberi di alto fusto, ben riconoscibili in direzione sud del nostro percorso.

Giungiamo in breve all’argine dell’Isonzo, superato il quale ci troviamo dentro al parco del fiume.

L’altra possibilità per raggiungere il parco prevede di percorrere via Garibaldi (dalla piazza direzione nord), piegare poi a sinistra per via Piave e proseguire per la stessa oltre alla strada provinciale. All’incrocio tra via Piave e via Verdi si trova un noce, giovane piante collocata qualche anno fa in sostituzione di un esemplare secolare della stessa specie, mantenendo una tradizione secolare di questi paesi. La tipologia delle case circostanti, pur in parte modificate, ci segnala che ci troviamo in una delle più vecchie zone rurali dell’abitato (siamo nel borgo detto casoni).

Oltre la provinciale il percorso piega a sinistra, lungo una stradina che, dopo l’ultima casa sulla destra, diventa sterrata. Si raggiunge il corso della roggia, che superiamo per avvicinarci al parco dell’Isonzo attraverso una campagna regolare, incorniciata dai filari di pioppo e acacie.

In questa zona, in particolare a nord, dove oggi si trova il percorso di allineamento aeroportuale, sono state casualmente rinvenuti alcuni reperti romani (un’urna cineraria, altri elementi laterizi e lapidei) . Sono ulteriori testimonianze che tutta l’area situata tra San Pier d’Isonzo e San Canzian, sottoposta alla giurisdizione della città di Aquileia, pur marginale rispetto al tracciato della via Gemina, fosse occupata da insediamenti di diverso tipo.

L’area di parco (fig. 5 – file 79) che si estende nel territorio comunale di Turriaco è attrezzata con panchine, un percorso-vita e giochi per bambini. All’interno dell’argine si snoda una strada sterrata affiancata per lunghi tratti da pioppi (talponi), insieme a olmi, carpini, robinie, rovi, sambuco. In diversi punti è possibile accedere al greto del fiume (giaron). Se dal punto del nostro accesso da via Diaz svoltiamo a sinistra, in direzione sud, raggiungiamo quanto resta di un impianto per l’estrazione della ghiaia e i due ponti della ferrovia; guardando la sponda opposta notiamo la confluenza del torrente Torre. Se invece prendiamo a destra, in direzione nord, giungiamo in breve a uno slargo usato come parcheggio: siamo in corrispondenza della conclusione di via Roma, sul cui prolungamento si trovava un ponte in legno, i resti dei cui pilastri erano ben visibili fin qualche anno fa. Procedendo ancora verso nord, entriamo all’interno dell’area attrezzata che si conclude, dopo circa 500 metri, in un prato ampio e luminoso, con altalene e strutture per pic-nic. E’ questo il punto da cui, salendo sull’argine, si gode del panorama più gradevole, aperto e silenzioso, contrastato ogni tanto dal passaggio degli aerei in fase di decollo o atterraggio al vicino aeroporto di Ronchi. Il prato di restringe a nord in un pioppeto (antico), superato il quale ci si può inoltrare verso Cassegliano e San Pier d’Isonzo. Alcune tabelle segnaletiche ci danno utili informazioni sulle peculiarità arboree e faunistiche dell’area.