Descrizione:
La chiesa di San Silvestro, a semplice navata rettangolare e con abside semipoligonale, risale al XVII secolo. Deve probabilmente la sua origine alla volontà dei conti Sbruglio di poter assistere alle cerimonie religiose in un luogo vicino alla propria villa. L'attuale costruzione, dalla sobria facciata che si apre sul frontone triangolare con occhio termale, è frutto dell'ampliamento avvenuto tra il 1773 e il 1786. L'interno, sottolineato da paraste che sostengono una mensola fortemente aggettante, si apre ai lati sulle due cappelle laterali. La zona del presbiterio, separata dalla navata dall'arco santo e caratterizzata dal capitello fogliato, porta tramite un'ulteriore arco all'abside. Qui si trova l'altare maggiore intitolato a San Silvestro, da far risalire ai primi anni del Settecento e acquistato nel 1811, come risulta da un documento, per L. 420 dalla chiesa di San Polo a Monfalcone. L'opera, caratterizzata dall'elemento del drappo marmoreo, può far ipotizzare una vicinanza con la bottega del Pacassi. La pala contenuta, che rappresenta il Transito di San Giuseppe, presenta una classica impostazione barocca. Alcuni particolari come gli scorci arditi, l'anatomia del corpo e dei volti, hanno fatto pensare all'opera del pittore goriziano Antonio Paroli. (es)
La chiesa di San Silvestro, a semplice navata rettangolare e con abside semipoligonale, risale al XVII secolo. Deve probabilmente la sua origine alla volontà dei conti Sbruglio di poter assistere alle cerimonie religiose in un luogo vicino alla propria villa. L'attuale costruzione, dalla sobria facciata che si apre sul frontone triangolare con occhio termale, è frutto dell'ampliamento avvenuto tra il 1773 e il 1786. L'interno, sottolineato da paraste che sostengono una mensola fortemente aggettante, si apre ai lati sulle due cappelle laterali. La zona del presbiterio, separata dalla navata dall'arco santo e caratterizzata dal capitello fogliato, porta tramite un'ulteriore arco all'abside. Qui si trova l'altare maggiore intitolato a San Silvestro, da far risalire ai primi anni del Settecento e acquistato nel 1811, come risulta da un documento, per L. 420 dalla chiesa di San Polo a Monfalcone. L'opera, caratterizzata dall'elemento del drappo marmoreo, può far ipotizzare una vicinanza con la bottega del Pacassi. La pala contenuta, che rappresenta il Transito di San Giuseppe, presenta una classica impostazione barocca. Alcuni particolari come gli scorci arditi, l'anatomia del corpo e dei volti, hanno fatto pensare all'opera del pittore goriziano Antonio Paroli. (es)