Descrizione:
Nel 1790, durante lo scavo di un fosso tra Dobbia e Begliano, fu rinvenuta la tomba intatta di un bambino appartenente alla gens Eusebia; era costituita da un'urna di terracotta in cui, accanto al cadeverino, erano stati deposti splendidi oggetti di corredo.La gens Eusebia era famosa e potente verso la metà del IV secolo; alcuni suoi membri furono personaggi di spicco della corte bizantina. E' verosimile che un ramo della gens possedesse un vasto fondo con villa rustica nel territorio attraversato dalla via Gemina, in corrispondenza delle attuali frazioni di Dobbia e Begliano; questo toponimo potrebbe essere un prediale, da praedium Eusebianum, ad avvalorare l'ipotesi. Il piccolo Eusebio fu sepolto nell'ambito della proprietà terriera. I preziosi oggetti d'argento del corredo funebre gli furono regalati probabilmente in occasione del suo battesimo. Si trattava di un ornamento per capelli a forma di mezzaluna, un coltellino, un balsamario, una bulla e sei cucchiai. La bulla, ciondolo portafortuna che veniva appeso al collo dei bambini, era cuoriforme e portava incise le scritte Eusebi senescas cum dignitate (Eusebio, possa tu invecchiare con dignità) e Eusebi perfruaris dignitatem tuam (Eusebio, possa tu godere appieno la tua dignità). Forse il piccolo Eusebio era destinato a diventare sacerdote, come lasciano supporre i sei cucchiai meravigliosamente istoriati in oro e smalti, che certamente avevano funzione liturgica relativa al battesimo ma che potevano essere usati da un ministro nella liturgia eucaristica o per l'incenso. In quattro di essi, quelli più piccoli detti ligulae, sono raffigurate scene bibliche: il Sacrificio d'Isacco (n. 1), l'Adorazione dei Magi (n. 2), il Battesimo (di Gesù?)(n.3),le Nozze di Cana (nn. 4 - 5). Negli altri due, più grandi e detti cochlearia, sono ritratti i più importanti membri degli Eusebi. Nel cucchiaio n. 6 compaiono Eusebio, console nel 347, seduto sulla sedia curule e ai lati la madre dell'imperatrice Eusebia, un personaggio non identificato ed Ippazio, fratello dell'imperatrice. Nel cucchiaio n. 7 sono raffigurati l'imperatrice Flavia Eusebia, l'imperatore Costanzo suo marito, l'Eunuco Eusebio praepositus sacri cubiculi, l'altro fratello dell'imperatrice pure di nome Eusebio. Sui due cucchiai è incisa la scritta Eusebiorum dignitas. Il prezioso corredo, dopo il ritrovamento, fu donato al cardinale Stefano Borgia e oggi è considerato disperso. Le notizie sopra esposte e i disegni si devono al barnabita Angelo M. Cortenovis, che li pubblicò nel 1792. (gbd)
Nel 1790, durante lo scavo di un fosso tra Dobbia e Begliano, fu rinvenuta la tomba intatta di un bambino appartenente alla gens Eusebia; era costituita da un'urna di terracotta in cui, accanto al cadeverino, erano stati deposti splendidi oggetti di corredo.La gens Eusebia era famosa e potente verso la metà del IV secolo; alcuni suoi membri furono personaggi di spicco della corte bizantina. E' verosimile che un ramo della gens possedesse un vasto fondo con villa rustica nel territorio attraversato dalla via Gemina, in corrispondenza delle attuali frazioni di Dobbia e Begliano; questo toponimo potrebbe essere un prediale, da praedium Eusebianum, ad avvalorare l'ipotesi. Il piccolo Eusebio fu sepolto nell'ambito della proprietà terriera. I preziosi oggetti d'argento del corredo funebre gli furono regalati probabilmente in occasione del suo battesimo. Si trattava di un ornamento per capelli a forma di mezzaluna, un coltellino, un balsamario, una bulla e sei cucchiai. La bulla, ciondolo portafortuna che veniva appeso al collo dei bambini, era cuoriforme e portava incise le scritte Eusebi senescas cum dignitate (Eusebio, possa tu invecchiare con dignità) e Eusebi perfruaris dignitatem tuam (Eusebio, possa tu godere appieno la tua dignità). Forse il piccolo Eusebio era destinato a diventare sacerdote, come lasciano supporre i sei cucchiai meravigliosamente istoriati in oro e smalti, che certamente avevano funzione liturgica relativa al battesimo ma che potevano essere usati da un ministro nella liturgia eucaristica o per l'incenso. In quattro di essi, quelli più piccoli detti ligulae, sono raffigurate scene bibliche: il Sacrificio d'Isacco (n. 1), l'Adorazione dei Magi (n. 2), il Battesimo (di Gesù?)(n.3),le Nozze di Cana (nn. 4 - 5). Negli altri due, più grandi e detti cochlearia, sono ritratti i più importanti membri degli Eusebi. Nel cucchiaio n. 6 compaiono Eusebio, console nel 347, seduto sulla sedia curule e ai lati la madre dell'imperatrice Eusebia, un personaggio non identificato ed Ippazio, fratello dell'imperatrice. Nel cucchiaio n. 7 sono raffigurati l'imperatrice Flavia Eusebia, l'imperatore Costanzo suo marito, l'Eunuco Eusebio praepositus sacri cubiculi, l'altro fratello dell'imperatrice pure di nome Eusebio. Sui due cucchiai è incisa la scritta Eusebiorum dignitas. Il prezioso corredo, dopo il ritrovamento, fu donato al cardinale Stefano Borgia e oggi è considerato disperso. Le notizie sopra esposte e i disegni si devono al barnabita Angelo M. Cortenovis, che li pubblicò nel 1792. (gbd)