Descrizione:
La strategica posizione di questa chiesa, fatta costruire come ex-voto da Teodoro del Borgo di Longonica, capitano deli balestrieri a cavallo della Repubblica di Venezia, è testimoniata dai resti ancora visibili del vecchio forte stellato voluto dalla Serenissima per contenere le incursioni dei Turchi. La lapide votiva posta sopra la porta d'ingresso indica la data di costruzione del 1521, alla quale sono seguiti successivi rimaneggiamenti e le ricostruzioni dopo i danni della Grande Guerra. La torre campanaria, distrutta da una granata in quel periodo, non è stata più rifatta. La liscia facciata a frontone triangolare presenta una finestra semicircolare. L'interno vede appesi alla parete sinistra tre pannelli con affreschi staccati e restaurati nel 1985. Si tratta di parti della prima decorazione originale raffiguranti quattro Santi collocati davanti un dorsale in marmo e la Madonna col Bambino che presenta alla base del trono marmoreo un'iscrizione mutila con la data 1526. Si tratta dell'opera di un autore che certamente conosceva la pittura rinascimentale, ma che manifesta una certa ingenuità nella resa delle figure e nel loro rapporto con lo spazio. Sempre a questa prima fase sono da far risalire gli affreschi sulle pareti dell'abside con le figure degli Apostoli, che si stagliano sullo sfondo a finto marmo, sopra le quali si collocano le lunette con la Natività, San Francesco che riceve le stimmate, la Madonna in trono col Bambino e San Girolamo nel deserto. La loro scoperta risale al 1921 quando, durante alcuni lavori di restauro, vengono alla luce anche le pitture nell'intradosso dell'arco santo, sull'arco stesso e nella navata. Si tratta delle figure delle Sante Agata, Apollonia, Lucia e Caterina nel sottarco, dove si legge la data 1572, la Madonna col Bambino, la Resurrezione di Cristo, l'Eterno Padre in Gloria, la Crocefissione e un Santo sull'arco, una Deposizione nel sepolcro mutila sulla parete sinistra e di fronte la Salita al Calvario e la Predica del Battista. La capacità di articolare le scene, il trattamento dei colori, la plasticità dei personaggi ci rivela la mano di un artista esperto e ricco del bagaglio della pittura contemporanea aggiornata alle novità di Venezia. Grazie anche al supporto dei documenti tale figura è identificata nel pittore Giacomo Secante, appartenente alla nota famiglia di artisti udinesi, attivo anche in altri luoghi della zona. (es)
La strategica posizione di questa chiesa, fatta costruire come ex-voto da Teodoro del Borgo di Longonica, capitano deli balestrieri a cavallo della Repubblica di Venezia, è testimoniata dai resti ancora visibili del vecchio forte stellato voluto dalla Serenissima per contenere le incursioni dei Turchi. La lapide votiva posta sopra la porta d'ingresso indica la data di costruzione del 1521, alla quale sono seguiti successivi rimaneggiamenti e le ricostruzioni dopo i danni della Grande Guerra. La torre campanaria, distrutta da una granata in quel periodo, non è stata più rifatta. La liscia facciata a frontone triangolare presenta una finestra semicircolare. L'interno vede appesi alla parete sinistra tre pannelli con affreschi staccati e restaurati nel 1985. Si tratta di parti della prima decorazione originale raffiguranti quattro Santi collocati davanti un dorsale in marmo e la Madonna col Bambino che presenta alla base del trono marmoreo un'iscrizione mutila con la data 1526. Si tratta dell'opera di un autore che certamente conosceva la pittura rinascimentale, ma che manifesta una certa ingenuità nella resa delle figure e nel loro rapporto con lo spazio. Sempre a questa prima fase sono da far risalire gli affreschi sulle pareti dell'abside con le figure degli Apostoli, che si stagliano sullo sfondo a finto marmo, sopra le quali si collocano le lunette con la Natività, San Francesco che riceve le stimmate, la Madonna in trono col Bambino e San Girolamo nel deserto. La loro scoperta risale al 1921 quando, durante alcuni lavori di restauro, vengono alla luce anche le pitture nell'intradosso dell'arco santo, sull'arco stesso e nella navata. Si tratta delle figure delle Sante Agata, Apollonia, Lucia e Caterina nel sottarco, dove si legge la data 1572, la Madonna col Bambino, la Resurrezione di Cristo, l'Eterno Padre in Gloria, la Crocefissione e un Santo sull'arco, una Deposizione nel sepolcro mutila sulla parete sinistra e di fronte la Salita al Calvario e la Predica del Battista. La capacità di articolare le scene, il trattamento dei colori, la plasticità dei personaggi ci rivela la mano di un artista esperto e ricco del bagaglio della pittura contemporanea aggiornata alle novità di Venezia. Grazie anche al supporto dei documenti tale figura è identificata nel pittore Giacomo Secante, appartenente alla nota famiglia di artisti udinesi, attivo anche in altri luoghi della zona. (es)